Canonical ha presentato il suo nuovo sistema operativo Ubuntu Phone OS per smartphone. Il nuovo software si rivolge ai due principali segmenti mobile: quello di fascia alta, ossia gli smartphone super accessoriati e il cosiddetto entry level, ossia i telefoni cellulari di fascia bassa dedicati a chi usa il “telefonino” giusto per chiamare, inviare sms e poco altro.
Il kit di sviluppo QML è già disponibile mentre a breve sarà scaricabile un’immagine per il Galaxy Nexus che sarà così il primo dispositivo pronto a caricare il nuovo sistema operativo. A quanto pare però, non ci sono realmente prodotti pronti ad essere immessi sul mercato con Ubuntu Phone per cui i primi smartphone con il pinguino vedranno la luce solo verso la fine del 2013. I requisiti hardware di base sono, come prevedibile, poco esigenti: processore dual-core Cortex A9 a 1 GHz e 512 MB di RAM. I processori ARM e x86 sono entrambi supportati dalla nuova interfaccia che, costruita intorno al kernel e ai driver esistenti di Android, non usa una virtual machine Java e questo dovrebbe assicurare una maggior velocità, garantendo uno sfruttamento ottimale delle risorse hardware.
Canonical ha presentato con grande enfasi le nuove funzioni sostenendo che “sarà possibile utilizzare il pollice da tutti e quattro i bordi dello schermo, in modo da aiutare gli utenti a trovare i contenuti e passare tra le applicazioni più velocemente rispetto ad altri telefoni”.
La barra di stato con le varie icone di controllo e monitor di rete rimane nascosta ed è richiamabile su richiesta dell’utente a tutto vantaggio della maggior fruibilità del display.
Sono disponibili comandi vocali e testuali in qualsiasi applicazione. Il software supporta sia applicazioni native sia applicazioni HTML5 ma, stando alle prime informazioni, non dovrebbe supportare le app di Google.
La disponibilità dei vari servizi cloud di Canonical, chiudono il cerchio e rendono chiaro il fine dell’operazione: creare un ecosistema alla pari, almeno nelle intenzioni, con quelli di Apple e Microsoft e capace di offrire all’utente un sistema operativo interscambiabile nelle sue applicazioni tra desktop, portatili, smartphone e tablet. Non può che fare piacere la nascita di un nuovo sistema operativo open source nel mercato smartphone, considerato il benefico influsso che Android ha portato anche nelle tasche dei consumatori, sarà però tutto da scoprire se ci sarà spazio per il nuovo arrivato, vista la già corposa presenza di sistemi operativi (iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry).