L’affidabilità degli account di posta elettronica come Gmail, Outlook.com e Yahoo! è un fattore d’importanza fondamentale ed è tenuto in grande considerazione dai rispettivi gestori.
Considerando gli enormi investimenti necessari per creare l’infrastruttura richiesta per fornire un servizio di posta elettronica di questo tipo, sarebbe assurdo rovinarsi la reputazione per non aver messo la giusta cura nel salvaguardare l’integrità dei dati degli utenti. L’infrastruttura hardware per un servizio webmail è costituita da una server farm con migliaia di unità centrali di elaborazione, dotata di memorie di massa ridondanti, corredate da sistemi di backup automatici e schemi per la ricostruzione dei dati in caso di malfunzionamento. Quindi, l’eventualità che si verifichino perdite di dati come conseguenza di un guasto hardware è molto remota e comunque di almeno un ordine di grandezza inferiore rispetto alla probabilità che lo stesso evento si presenti su un computer tradizionale.
Possiamo quindi affermare che, almeno relativamente ai guasti hardware, i nostri dati sono molto più al sicuro nel cloud che a casa nostra.
Per quanto riguarda la sicurezza informatica, il discorso è diverso. In questo caso, la responsabilità è condivisa tra l’utente e il gestore del servizio: il primo deve scegliere una password sicura ed evitare di farla cadere in mani sbagliate, il secondo deve assicurarsi che le procedure di amministrazione siano accessibili solo a personale fidato e che i server si trovino in un’area protetta. Anche queste necessità sono prese in considerazione fin dalla fase di progettazione ed è quindi lecito attendersi un livello di sicurezza più che adeguato.
La differenza principale tra la sicurezza della classica posta elettronica e della webmail resta nel fatto che, con il metodo di gestione tradizionale, i pirati informatici che riuscissero ad accedere alla nostra casella email vi troverebbero solo pochi messaggi perché il materiale viene scaricato di volta in volta sul computer dell’utente, mentre con la webmail questi avrebbero l’accesso all’intero archivio dei messaggi, anche anni di comunicazioni private.
Non è da sottovalutare nemmeno il fatto che nel caso in cui si presenti un disservizio, a livello del provider Internet o del gestore webmail, sarebbe impossibile accedere al proprio archivio di posta, possibilmente con gravi ripercussioni in ambito lavorativo. Nulla vieta, però, di mantenere due copie dell’archivio, una nel cloud, accessibile da qualsiasi computer connesso alla Rete, e una sul computer locale sotto forma di database messaggi. Questa operazione è resa possibile dal protocollo Pop3, che consente di scaricare l’intero contenuto di una casella di posta elettronica.
Tutti i gestori webmail mettono a disposizione questa funzione e al lettore basterà selezionare all’interno del proprio client di posta elettronica le opzioni necessarie per lasciare una copia dei messaggi sul server del servizio webmail. L’operazione di copia è possibile in maniera bidirezionale: sono disponibili apposite funzioni d’importazione che consentono di trasferire il contenuto di una casella di posta elettronica da una webmail all’altra oppure di copiare nel cloud un database di messaggi già archiviato sul computer locale. Questa operazione può essere eseguita in diversi modi, per esempio con il software MailStore, oppure se si vuole fare il backup di Outlook sul PC utilizzare un software come quello recensito in questo articolo.
Mantenendo il proprio archivio di messaggi su due webmail si avrà una soluzione di backup nel caso in cui il servizio primario diventi temporaneamente indisponibile.